La distanza lunga che si disputa nella zona Glen Affric oggi è l'apoteosi de Mondiali. Grandi ambizioni svizzere

Cosa ci aspetta? La domanda che tutti si pongono prima dell'ultima gara del Mondiale. Glen Affric, una regione discosta e affascinante, è ormai diventata un mito. Già nel 1999 fu teatro di gara, e se ne parla ancora oggi. Non si esce da questo bosco indenni, con cespugli ad altezza d'uomo, ripidi pendii, e in un bosco privo di sentieri. Nessun bosco gli somiglia, tanto che non ne sono stati proposti di alaloghi per i campi di preparazione. 

Favoriti
 
Nel 1999 il neocastellano Alain Berger vi ha conquistato l'argento, dimostrando così che il bosco ben si adatta alle caratteristiche degli atleti svizzeri. E gli svizzeri hanno dimostrato con la vittoria nella staffetta che sono molto forti quest'anno. In un tale terreno ruvido e difficile tutti e tre hanno il potenziale per puntare ad una medaglia. 
Ma anche il campione uscente Gueorgiou avrà sicuramente il dente avvelenato dopo lo scacco nella middle. Hubmann, Gueorgiou, Lundanes: dal 2008 ad oggi è sempre uno di loro ad aver vinto la distanza lunga. E quest'anno? 


 E in campo femminile, malgrado l'assenza di Judith Wyder, ci sono delle possibiltà, soprattutto con Sara Lüscher, molto costante negli ultimi due anni. Sarà l'ultima a partire fra le donne. Sabine Hauswirth vorrà vendicarsi dal risultato della middle, quando era in ottima posizione nella prima parte di gara, prima di commettere un errore fatale. La sua forza l'aiuterà sicuramente in questo terreno . Grazie all'ottima prima tratta in staffetta, Julia Gross è motivatissima per ripetere l'exploit oggi. Fra le favorite le scandinave, abitaute a boschi senza troppi punti di riferimento. 

(Jörg Greb)